Cina

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Shanghai - Pudong e il fiume Huangpu

sabato 18 agosto 2012

Messico 2011



giorno 1 - 16 aprile 2011 - Città del Messico

Visita al museo antropologico. Questo edificio è stato progettato da uno dei massimi architetti messicani: Pedro Ramirez Vazquez che realizzò anche la nuova chiesa della Madonna di  Guadalupe.
Ci accompagna, in questa visita, Roman che ci guida con maestria e competenza tra le varie sale. Ritorniamo in hotel a piedi percorrendo il paseo de la Reforma. A sera un violento nubifragio ci costringerà a restare nelle vicinanze dell'hotel e concluderemo la nostra prima giornata con una cena in un ristorante Argentino.

il cortile interno del museo


la piedra del Sol

Messico 2011


giorno 2 - 17 aprile 2011 - Città del Messico

Ci ritroviamo nella hall dell'hotel con i nostri compagni di viaggio e facciamo la conoscenza della nostra guida che ci seguirà per tutto il tour. Edmundo conosce molto bene la nostra lingua avendo trascorso alcuni anni a Firenze e si rivelerà una persona di vasta cultura.
Il primo sito da visitare è Plaza de la Constituciòn (Zocalo). E' una grande piazza quadrata su cui si affacciano la Catedral Metropolitana, l'Ayuntamento, il Palacio Nacional e la Suprema Corte di Giustizia.
E' la domenica delle Palme e la chiesa è affollata di fedeli. Iniziamo con la visita della cattedrale e proseguiamo con il Templo Mayor, che si trova sul retro della chiesa e di cui rimangono solo alcune tracce.
Catedral Metropolitan


La prossima meta è il Palacio Nacional. Superato lo sbarramento di sicurezza entriamo in un ampio cortile porticato da cui parte una imponente scalinata. Sulle pareti gli splendidi murales di Diego Rivera che narrano la storia del Messico. Si parte dalla conquista degli Spagnoli, passando per Pancho Villa e fino alle lotte del Chiapas. Alcuni affreschi di grande suggestione rappresentano con grande efficacia la corruzione del potere politico e del clero e le lotte operaie che questo paese ha attraversato. Salendo questi gradini si percorre in qualche modo la triste storia di questo popolo.
Al secondo piano sono ritratte scene di vita precolombiane che completano questo grande racconto storico.


Murales di Diego Rivera

Saliamo sul bus e ci dirigiamo verso Teotihuacàn. Questo complesso archeologico si trova a circa 40 km da Città del Messico, a metà percorso ci fermiamo per il pranzo e ciò ci permette di approfondire la conoscenza  dei nostri compagni di viaggio. Sono tutti italiani, due coppie di Torino, una folta e simpatica rappresentanza romana, un giovane coppia di Alba con il piccolo Alessandro e una coppia di Firenze. Attraversiamo una immensa e povera inurbazione fatta di edifici bassi e di bassa qualità che spesso sono poco più che baracche.
Giungiamo cosi alla Città degli Dei, percorriamo l'immensa Calzada de los Muertos e scaliamo la Piramide della Luna.
Teotihuacàn - la Calzada de los Muertos

Al ritorno verso Città del Messico facciamo sosta alla Basilica della Vergine di Guadalupe che con i suoi 20 milioni di pellegrini all'anno è il principale luogo di culto del Messico.
la vecchia Basilica della Vergine di Guadalupe

La giornata termina con una passeggiata nella vicina plaza de la Republica.


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giorno 3 - 18 aprile 2011 - Puebla

Siamo in viaggio verso Puebla, percorriamo quella che qui viene chiamata autostrada, in realtà non ha nulla a che vedere con le nostre. Questa è percorsa da ogni tipo di mezzo compreso carretti e pedoni e non vi è alcuna protezione degna di questo nome. Il viaggio prosegue tranquillo e dopo circa 1h e 30' arriviamo in città. Ci dirigiamo subito verso il centro lo Zocalo.
Puebla è una città coloniale con splendidi edifici e piena di vita. Doveroso visitare la Catedral de la Inmaculada Concepcion e la chiesa di Santo Domingo con il suo barocco straripante e opulento.
Catedral de la Inmaculada Concepcion


Iglesia de Santo Domingo
Edmundo ci segue con competenza in queste visite storico artistiche. Quindi ritorniamo verso lo Zocalo dove è posto il nostro ristorante. Dopo un pranzo tipicamente messicano girovaghiamo in libertà per le stradine del centro. In questo nostro andare ci imbattiamo in una casa dalla facciata "ferita". E' questa la casa di Aquiles Serdan che organizzò la ribellione nello stato di Puebla, in questa casa, assediato dalle truppe di Diaz morì il 18 novembre del 1910. La facciata riporta ancora i segni dei combattimenti.

casa di Aquiles Serdan


la via degli artisti
Giungiamo in una strada pedonale delimitata da un lato da piccoli locali. In passato in quest'area vi erano delle scuderie e questi locali altro non erano che box per i cavalli, ora sono occupati da artisti.
E' ora di ripartire, la nostra prossima meta è Oaxaca

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giorno 4 - 19 aprile 2011

Iniziamo questa giornata con la visita al complesso archeologico del Monte Alban, sicuramente uno dei più belli e sorprendenti di tutto il tour. Monte Alban è la città preispanica più grande della regione di Oxaqua , è stata la capitale religiosa del popolo Zapoteco. Centro urbano e cerimoniale, fu fondato nell’800 a.C. dagli Olmechi. In seguito fu trasformato dai Mixtechi in una necropoli. Sono state rinvenute infatti più di 170 tombe di fattura ricercata. In una di queste, non profanata dagli Spagnoli sono stati trovati molti preziosi tra cui pettorali, orecchini, collane e una maschera di Giada che si trova ora nel museo archeologico di Città del Messico.

Monte Alban

Visitiamo i tanti edifici, ci inerpichiamo sulle piramidi. Dopo la scalata alla prima io decido di non arrampicarmi più, il caldo e i miei chili di troppo si fanno sentire. Mi siedo alla base di questa e scambio qualche parola con un compagno di viaggio allorché vedo la nostra mascotte Alessandro, di poco più di due anni, arrampicarsi su per una piramide come un gatto. Decido che non posso farmi “umiliare” e così mi avvio anch’io a fare la seconda scalata, ma che fatica!


il piccolo Alessandro in cima alla piramide

La nostra guida, opportunamente, ci ha portati sul sito la mattina presto ed è stato emozionante vederlo in assenza delle masse di turisti che di solito l'affollano, sembrava magico.
Abbandoniamo Monte Alban e ci dirigiamo verso Mitla. 
Lungo la strada facciamo sosta a Santa Maria el Tule  per ammirare un cipresso che ha più di 2000 anni e si trova nel cortile di una chiesetta dalla bella facciata bianca e azzurra. Il cipresso non è sensazionale solo per la sua età da record ma anche per la sua altezza, circa 50 metri per una circonferenza di 42 metri. 

il cipresso di Santa Maria el Tule

Giungiamo a Mitla, dell’antica città precolombiana restano cinque nuclei distinguibili, i principali dei quali sono il nucleo delle Colonne, così chiamato per i sei enormi pilastri che un tempo reggevano le travi di legno e il grande soffitto piatto e il nucleo della Chiesa. Di architettura simile, entrambe le strutture sono composte da cortili circondati da palazzi.


l'infaticabile Alessandro alla scoperta di Mitla
Gran casa de Pezelao

Terminata anche questa escursione partiamo per far ritorno a Oaxaca. Non andiamo però in hotel, ci fermiamo nella piazza principale della città (zocalo) in un caratteristico ristorante dove tra le altre cose gustiamo tortillas di mais e una grande varietà di fagioli di ogni forma e colore e finalmente assaggiamo anche il mezcal  un distillato ottenuto dalla pianta dell’agave.
Raggiungiamo la Cattedrale, in pietra squadrata dal leggero colore verdastro e riccamente decorata, ai latio due massicci campanili sormontati da cupole rivestiti in ceramica.
Cattedrale
Prossima meta la Iglesia de Santo Domingo che è il complesso religioso artisticamente e storicamente più importante della città. La chiesa e il convento furono eretti dai domenicani verso la fine del  XVI secolo. Anche in questa chiesa la bella facciata barocca è affiancata da due torri coperte da cupole rivestite in azulejos ed è decorata con statue di santi domenicani racchiuse entro nicchie.
Santo Domingo

L’interno è ricchissimo di decorazioni, qualcosa da togliere il fiato, qui il barocco messicano raggiunge un’altissima espressione; anche in questa, come in quella di Puebla, le decorazioni comprendono un abbondante uso di foglia d’oro. Edmundo, coma sempre,  è prodigo di informazioni e soddisfatte tutte le nostre curiosità storico - architettoniche ci buttiamo per le vie del centro, tra i caratteristici mercati.

al mercato

a spasso per le strade di Oaxaca

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giorno 5 - 20 Aprile 2011

Oggi è giorno di trasferimenti, infatti ci aspetta un volo per Tuxsla Gutierrez, capitale del Chapas. Per ragioni a noi misteriose, è stato cancellato il volo diretto per cui ritorneremo a Città del Messico in tempo, si spera, per il volo per Tuxsla. All'arrivo all'aeroporto Benito Juarez ci attende un  ragazzo che ci guida verso l'imbarco, giusto in tempo per l'ultima chiamata. 
A Tuxsla si uniscono a noi altri turisti: alcuni napoletani,  una coppia  milanese, due coppie di portoghesi e alcune coppie di sposi in viaggio di nozze tra cui una spagnola di Pamplona. La compagnia si è felicemente arricchita e si entra subito in sintonia. Da questo momento Edmundo parlerà sia in italiano che in castillano, un buon allenamento per me e Clara (mia moglie).
Raggiungiamo Chiapas de Corzo da dove partono le imbarcazioni che ci porteranno lungo il Cañon del Sumidero.
Ci muniamo di giubbotti e prendiamo posto nella lancia che solcherà il Grijalva, domato nel 1981 da una diga. E’ una magnifica riserva naturale lunga 42 chilometri; le pareti calcaree millenarie si elevano fino a più di 1000 metri di altezza creando l’habitat naturale per coccodrilli, pellicani, cormorani, aironi, avvoltoi, iguane, scimmie e altri animali ancora.






Solchiamo le acque del Cañon per vari chilometri dopo di che ritorniamo all’imbarcadero, ci rifocilliamo con  qualche merendino e bibita e ripartiamo alla volta di San Cristobal de las Casas.



Messico 2011


giorno 6 - 21 Aprile 2011

Appuntamento nella hall dell’hotel alle 8.30 e con il bus raggiungiamo il centro di San Cristobal
Plaza 31 Marzo (Zocalo) è circondata da eleganti palazzi coloniali e arricchita dalla bella cattedrale. I colori della sua insolita facciata, con motivi floreali stilizzati, sono giallo, rosso, bianco e nero,  che simboleggiano le quattro direzioni nella visione maya del mondo.
Cattedrale









Ma ciò che colpisce di questa città non è un monumento in particolare ma l'insieme di colori, di suoni, odori e i variopinti mercati. Camminando lungo le sue strade siamo rimasti colpiti dall'armonioso insieme urbano dalle variopinte case, dalle strade e dal sapore coloniale delle architetture. Arriviamo alla bella chiesa di Santo Domingo (del 1547): la chiesa, in cima ad una scalinata, ha una superba facciata barocca con colonne tortili accoppiate e decorate in stucco. Al centro è posta la statua di Santo Domingo, affiancata da aquile bicefale. Ai lati della scalinata e alla base di essa si svolge un variopinto mercato. Il mercato è una festa di odori e di suoni dove si mescolano la varietà dei costumi degli indigeni e le sfumature variopinte dei banchi di frutta e verdura, di erbe medicinali e di fiori. Qui si nota una forte presenza indigena rispecchiata anche dai prodotti artigianali presenti sui banchi.

Santo Domingo


al mercato


Risaliamo sull'autobus per raggiungere il paesino di Chamula abitato dalla comunità di etnia tzoctil. Tale comunità è fiera di essere completamente indipendente dal Messico. E' un popolo profondamente religioso,  la chiesa qui è intesa come ideologia, la loro ragione di vita passa attraverso la religione. La chiesa è il loro luogo più sacro dove forse riescono a trovare la forza per sopravvivere alla loro miseria (materiale) e avere una speranza di vita migliore. Oggi è un giorno particolare perché siamo nella Settimana Santa e nel paese c'è molta animazione. Dai dintorni, anche molto lontani, sono giunti in questo luogo per onorare i loro Santi.
la piazza principale di Chamula












Qui l'ordine pubblico è gestito da una polizia locale, la loro divisa è costituita da semplici indumenti, pantaloni scuri, camicia di colore blu e una sorta di tunica bianca di lana allacciata in vita. La loro unica arma è un robusto bastane che agitano con maestria. Quando sono in gruppo fanno una certa impressione e non amano farsi fotografare.

la polizia locale











chiesa di San Juan
Entriamo all'interno della chiesa e subito ci sentiamo catturati dall'atmosfera che si respira, si ha una improvvisa sensazione di stordimento: la chiesa è ricolma di fedeli seduti o inginocchiati sul pavimento, recitano preghiere e litanie nel loro antico idioma, l'interno è buio e le tantissime candele non riescono ad illuminarla adeguatamente, il pavimento è letteralmente ricoperto da aghi di pino che vogliono rappresentare la fertilità della terra. Gli odori, un misto di incenso ed altri che non riesco a identificare ci soffocano quasi. Cerchiamo di raggiungere quello che sembra un altare. Al centro e per quasi tutta la lunghezza della chiesa vi è un baldacchino con la statua di Cristo e dappertutto le statue di Santo Domingo maggiore e Santo Domingo minore. Nella chiesa ardono piccoli fuochi ove le donne preparono il loro pasto e bidoni ricolmi di un liquido a noi sconosciuto ( a base di coca cola e altro) su cui galleggiano dei petali di fiori. I fedeli attingono copiosamente a tale intruglio e ci offrono dei bicchieri per assaggiarlo, naturalmente ci guardiamo bene dal farlo e ringraziamo con un sorriso. Ci viene detto che bevono questo intruglio per facilitare il rutto e allontanare dal proprio corpo peccati e spiriti maligni. 
Prima di entrare avevamo visto sulla porta di ingresso la scritta "hoy no gallinas", Edmundo ci spiega che nei loro riti vengono sacrificate alcune galline al termine della preghiera ma in questa settimana se ne fa a meno. Nella chiesa non c'è il prete, infatti è sconsacrata, per cui la messa viene celebrata fuori. E' questa una fede molto particolare .... un sincretismo religioso in cui sacro e profano trovano piena realizzazione.
Avrei voluto scattare qualche foto all'interno ma non è stato possibile, infatti gli indios pensano che si catturi loro l'anima ed è meglio rispettare le loro usanze.



Ritorniamo verso l’autobus per raggiungere il villaggio di  Zinacatanin questa comunità la società ha una organizzazione molto interessante, tutti collaborano con il lavoro allo sviluppo della comunità, è una forma di comunione primitiva con una forte connotazione religiosa: hanno lasciato quasi tutte le tradizioni maya e sono cattolici; secondo la nostra guida il gruppo sembra essere più equo, l’uomo lavora per la famiglia, tutti vanno a scuola dove si insegnano le materie culturali in lingua maya e quelle tecniche in lingua spagnola. Inoltre coltivano fiori e non chiedono l’elemosina. E' molto diverso da ciò che accade a Chamula ove la società è molto maschilista.


San Lorenzo - Zinacatan

Visitiamo la chiesa di San Lorenzo e anche qui troviamo come a Chamula il pavimento ricoperto di aghi di pino e tanti fiori che adornano le coloratissime statue dei Santi: anche qui molti fedeli, da una parte una fila di uomini vestiti di bianco e rosso, con calzini e sandali infradito seduti su delle panche, al centro un baldacchino con la statua distesa di Cristo, quindi lungo la parete sedute per terra una lunga fila di anziane donne vestite di bianco. Anche qui è in uso il sacrificio delle galline, oggi vietato.
Ci avviamo verso il bus che incomincia a piovigginare. Lungo il percorso per San Cristobal si scatena il solito diluvio universale pomeridiano (meno male che questo non è il periodo delle piogge, mi immagino cosa sarà fra un paio di mesi quando sarà la stagione delle piogge!).
Giunti in hotel la pioggia cessa, per cui raggiungiamo il centro; qui è tutto una festa, le vie e le piazze sono affollate, la musica si espande dappertutto, molti i complessini con gente che balla e si diverte.  Girovaghiamo per le strade e ne scopriamo una davvero elegante con bei negozi di abbigliamento, gioiellerie e molti ristoranti per cui decidiamo di terminare la serata con una gustosa parrilla.







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giorno 7 - 22 Aprile 2011


Si parte abbastanza presto con destinazione Palenque : il paesaggio man mano che dai 2500 metri di San Cristobal scende verso Palenque, cambia decisamente; si attraversa una zona montuosa molto fertile, si scende verso colline sinuose e valli lussureggianti. 
La zona attraversata risulta ricca di pinete, il terreno è ricco di humus, è molto coltivato e numerosi sono gli allevamenti di ovini e bovini. Si nota molta gente a lavorare nei campi, soprattutto donne. È comunque tutto un lavoro manuale con zappe e vanghe, e aratri trainati da cavalli, non c’è nemmeno l’ombra di tecnologia moderna. E' una zona molto povera e con scarsi servizi, solo con la rivoluzione portata avanti da Marcos si ebbe  un notevole miglioramento della vita nelle zone rurali: qui le scuole sono essenzialmente tecniche perché i ragazzi devono prepararsi al più presto all’immissione nel mondo del lavoro e bilingue (messicano e idioma indio). 

Marcos in queste zone continua ad essere molto amato, almeno da una gran parte della popolazione rurale. Le scuole rurali e gli Ospitaliti (piccoli ambulatori medici) sono stati una conquista della rivoluzione zapatista  (1) (2)
Stiamo percorrendo una strada molto movimentata che corre quasi parallelamente al confine del Guatemala che si trova a meno di cento chilometri e giungiamo alle Cascate di Agua Azul. Sono costituite da una successione di cascate che  precipitano su bianche formazioni calcaree nella giungla, creando pozze d’acqua cristalline di un azzurro turchese. 

Enzo e Clara
Pur non essendo importanti né per portata d’acqua né per il salto, che è solo di qualche metro, riescono a creare delle bellissime suggestioni. Decidiamo di risalire il corso del fiume, il sentiero che sale è ombreggiato e disseminato da ogni genere di bancarelle, dall’artigianato ai cd, alla frutta oltre a diversi piccoli bar e ristoranti. 
Riprendiamo il viaggio e dopo circa tre ore arriviamo all’ hotel Ciudad Real  a Palenque. Preferiamo restare in hotel, molto accogliente, e concludere la serata con una buona cena.


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giorno 8 - 23 Aprile

Si parte subito per la visita al museo e al sito archeologico di   Palenque , non molto distante dal nostro hotel. Arrivati alle rovine lo spettacolo è magico: templi e palazzi Maya immersi nella natura più selvaggia, l’azzurro del cielo e il verde dalla giungla creano contrasti incantevoli. approfondimenti

tempio delle iscrizioni
ancora una scalata
un pò di riposo
tempio del sole
palazzo reale








La città fu costruita a partire dal 100 a.C. e conobbe il massimo sviluppo tra il 630 e il 740 d.C. nel periodo del regno di re Pakal che governò per 80 anni. Il figlio Kan Balam II continuò ad espandere Palenque e a svilupparne le arti fino al suo abbandono.
Ed ecco che, circondato da flamboyant, gli alberi tropicali dai fiori rosso vivo, colore originario degli edifici, appare il Tempio delle Iscrizioni, uno dei più importanti: sul muro una grande lastra di pietra con 620 geroglifici. Nel cuore di questa piramide si trova la prima sepoltura scoperta in un tempio Maya e cioè la tomba di re Pakal
Scaliamo poi il Tempio del Sol, perfettamente conservato, dove si vede il viso di un uomo-giaguaro su uno scudo Maya e infine visitiamo El Palacio che veniva usato dalla famiglia reale sia come luogo di culto, sia come residenza.
La giungla nasconde la maggior parte dei siti archeologici, che non vengono recuperati per preservarli. Il sito di Palenque, ad esempio, è stato riportato alla luce solo per il 5 per cento, il resto è inghiottito dalla giungla.


tempio della croce foliata


 Concludiamo la nostra escursione con la visita al bel museo.



alfabeto Maya


bassorilievo

Dopo un pranzo veloce in hotel si parte verso Campeche. Durante il tragitto si incrociano parecchi villaggi costituiti in prevalenze da precarie baracche. Il viaggio è abbastanza lungo, ma con tutte le topas che si incontrano, non si può far prima! Arriviamo in questa cittadina quando il sole è già basso e la luce è bellissima. Intorno alla città e fino al lungomare si estendono ampie foreste di mangrovie.Fondata nel 1540 dagli spagnoli, Campeche divenne un importante porto dal quale partivano i carichi di oro e argento per la Spagna. Queste ricchezze non sfuggirono all’attenzione dei pirati che assediarono la città per quasi due secoli. Verso la fine del ‘600 che la corona spagnola fece costruire una cinta di mura con due fortini.


Catedral de Campeche . Nuestra Señora de la Purisima Conceptión



Messico 2011


giorno 9 - 24 Aprile 2011

Iniziamo la visita di Campeche che è una città molto bella e vivibile. Ritorniamo verso la Cattedrale dell’Immacolata Concezione che avevamo visto la sera precedente nella suggestione della notte e  ammiriamo l’elegante zocalo; a differenza  delle altre piazze centrali  delle città che abbiamo visitato il tranquillo centro di Campeche sembra non essere mai affollato, ti dà l’idea che il tempo qui trascorra lento e tranquillo. 





Le sue stradine strette fiancheggiate da bassi edificio dai vivaci colori ci regalano una piacevole passeggiata.


Seguiamo la cinta muraria quindi ci incamminiamo verso il lungomare, il malecòn, dove gli abitanti sono soliti passeggiare all’ombra delle palme. Qui, le pareti di alcuni edifici sono impreziosite da grandi murales.
Purtroppo la nostra breve visita a Campeche volge al termine (questa città merita un soggiorno ben più lungo del nostro) e il nostro bus è già pronto ad aspettarci con meta Uxmal.
Lungo la strada incontriamo vari camion di militari, ma non è nulla rispetto a quello che abbiamo visto in Chiapas ove spesso abbiamo attraversato dei posti di blocco con militari e polizia in assetto di guerra. La nostra guida ci ha detto che vi erano state alcune dispute tra le varie comunità locali per la gestione del territorio.
Arriviamo al sito di Uxmal.  Il suo nome nell’antica lingua maya significa “tre volte costruita”; fu fondata nel 400 a.C. e raggiunse il massimo splendore fino al 900 quando iniziò il suo declino. Edmundo, come sempre, è avvolgente nelle sue narrazioni e ci coinvolge in una visita entusiasmante.







palazzo del governatore


piramide dell'indovino



quadrilatero delle monache
Durante il nostro errare tra le piramidi possiamo vedere e fotografare numerose iguane che si aggirano tra le rovine. Abbiamo modo di vedere anche l’uccello dalla coda pendula che, quando spicca il volo la apre tutta mostrando dei colori meravigliosi che vanno dal giallo all’azzurro al rosso. Moltissimi sono anche i pappagalli variopinti che svolazzano sulle piante.



Concludiamo la nostra visita all'ombra di un grande capanno davanti ad un piatto di pesce, dopo il pranzo ripartiamo per Merida. E' la capitale dello Yucatan ed è situata a circa 30 km dalla costa settentrionale. Anche qui un reticolo di stradine perpendicolari e battezzate con i numeri anziché con i nomi.
Visitiamo la Plaza Mayor conosciuta come “El Centro, dove spiccano il Palazzo del Governo e la Cattedrale di San Idelfonso costruita nel ‘500 e ancora oggi perfettamente conservata. 

Nel nostro girovagare ci imbattiamo in suoni e canti, ci facciamo guidare dalla musica e ci troviamo in una piazza gremita di messicani, turisti e danzatori. Siamo in una grande piazza ove si affaccia il municipio, vi si svolge una bella festa folkloristica dove i ballerini  in abiti bianchi e le ragazze con  il terno, la versione elaborata dello huipil yucateco eseguono danze tradizionali.. Ci lasciamo incantare da questi suoni fino all'ora di cena.










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giorno 10 - 25 Aprile 2012

Partiamo molto presto per Chichen Itzavogliamo evitare il caldo e la folla di turisti. Lasciando la città di Merida percorriamo i 130 km che ci dividono da Chichen Itza, dove arriviamo poco prima delle dieci. 
El Castillo





In questo sito che si estende per circa 3 kmq si trova la Piramide di Kukululkan conosciuta come “El Castillo”. Questo sito è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1988 e, nel 2007 è stato inserito tra le sette meraviglie del mondo. approfondimenti
Kukulkan è il nome che i Maya davano al Dio Serpente.

La piramide, immenso calendario di pietra, ha una base quadrata con 91 gradini per ogni lato (364) più la piattaforma finale, quindi 365 gradini in tutto come i giorni dell’anno. L’edificio è stato realizzato in modo tale che, nei giorni dell’equinozio di autunno e di primavera, al tramonto, le grandi teste di serpente ai piedi della scalinata centrale per un singolare gioco di ombre si uniscono al resto del corpo, rappresentato dagli scalini del tempio. Questo misterioso calendario astronomico è quello che annuncia la fine del mondo il 21 dicembre del 2012…..si vedrà!!! Purtroppo non si può più salire sulla cima di questa piramide perché troppo pericolosa, ci allontaniamo e raggiungiamo il Tempio dei Guerrieri costituito da una piramide a gradoni alla cui sommità è posta la statua di Chac Mool.
tempio dei guerrieri


Visitiamo quindi  il campo del Juego de la Pelota, il più grande di tutta la mesoamerica, lungo 166 metri e largo 68, le mura che chiudono i lati lunghi sono alte 12 metri e sorreggono gli anelli di pietra. 
Jueco de la pelota

complesso Monjas

Proseguiamo con la nostra visita raggiungendo l’osservatorio astronomico, il Caracol e il complesso de las Monjas
l'osservatorio - el Caracol







Riprendiamo il viaggio verso la Riviera Maya. La strada che percorriamo è abbastanza buona e in meno di due ore arriviamo sulla costa, qui si dividono le nostre strade. Una parte del gruppo scendono vicino al sito di Tulum e qui ci salutiamo anche con la nostra brava e simpatica guida. Un gruppetto prosegue fino all’Hotel Barcelo Maya alcuni chilometri più avanti.
Alla reception, oltre alla chiave ci consegnano un braccialetto di plastica: è questo il nostro pass per tutti i servizi offerti dall’hotel, colazione, pranzo, cena, piscina, spiaggia etc. (naturalmente chi ha pagato anche per la Spa, il teatro, il campo da golf e altro, ha un bracciale di colore differente).
L’Hotel Barcelo Maya Beach è un resort a sud di Cancun nella splendida riviera maya: ci sono più di 600 camere immerse in un parco tropicale lussureggiante con piscine, campo da golf e da tennis, discoteca, cinema, teatro, palestra, fitness center etc. etc. 
L'arrivo in questo posto è come un pugno nello stomaco. Dopo le miserie del Chapas ci ritroviamo di colpo in un altro mondo regno del lusso e dello spreco più assoluto. Noi vi resteremo solo poche ore infatti la mattina successiva  un'auto ci porterà  all'aeroporto per il ritorno a casa. Lasciamo il Messico con solo un rimpianto, quello di non esserci bagnati in questo splendido mare dai colori  stupefacenti e di non aver avuto la possibilità di prolungare la nostra permanenza in alcune delle città visitate. Un motivo per ritornarci!
Fine del viaggio

foto di Enzo e Clara