Cina

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Shanghai - Pudong e il fiume Huangpu

lunedì 7 dicembre 2015

Vietnam e Cambogia


22 novembre 2015 - Hanoi



Questa volta la nostra meta è quella parte dell'Asia un tempo nota come Indocina francese e di essa due paesi che nella storia recente hanno vissuto grandi tragedie: Vietnam e Cambogia.


Arriviamo ad Hanoi in mattinata dopo uno scalo a Bangkok. Siamo un gruppo di tredici persone, l'ideale per un tour. Facciamo conoscenza con la nostra guida, il Sig.Cuong, che ci seguirà per la prima parte del nostro tour. E' un ragazzo simpatico e con una buona conoscenza della nostra lingua imparata a Napoli. Ci dice che nella nostra città si è trovato benissimo, non stentiamo a crederlo in modo particolare per ciò che concerne il cibo e, credo, anche per il traffico che nella città partenopea, a confronto con Hanoi, gli deve essere sembrato paradisiaco.
la città vecchia di Hanoi
Il nostro primo contatto con la città è stato sorprendente. Le strade sono caratterizzate da una gran massa di cavi (per le telecomunicazioni, internet etc) che arrivano a volte a coprire i prospetti degli edifici e da una traffico intenso e continuo in gran parte costituito da motorini. A volte si è letteralmente circondati e quasi ci assale un senso di panico tanto è il caos che ci avvolge. I semafori, quei pochi che esistono, sono spesso considerati come inutili accessori.


Cuong ci viene in aiuto e ci suggerisce di attraversare la strada alla Vietnamita. Alle nostre perplessità ci invita a seguirlo restando in gruppo. Tranquillamente, senza correre, ci avviamo verso la parte opposta dell'incrocio e magicamente i motorini ci passano intorno sfiorandoci permettendoci di arrivare indenni alla nostra meta. Il segreto è tutto qui: non dobbiamo essere noi a evitare i motorini o aspettare che la strada sia libera (il che non succederà mai), saranno le due ruote ad evitarci!
un vicolo
Siamo nel quartiere vecchio di Hanoi caratterizzato dalle tradizionali case vietnamite che si sviluppano in altezza. L'origine di tale tipo di costruzione è da ricercarsi nella particolare tassazione direttamente proporzionale alla superficie del fronte strada, non mancano però vecchie abitazioni coloniali. Ancora oggi, in tutto il Vietnam, si costruiscono tali abitazioni ove al piano terra troviamo l'esercizio commerciale della famiglia che vi abita.
Proseguiamo la nostra visita attraverso le strette strade che caratterizzano il quartiere, qui le varie vie assumono il nome della merce che vi si trova, abbiamo così la strada della seta, quella delle calzature, quella dei vestiti e così di seguito. Giungiamo in una piazza ove sorge la cattedrale di San Giuseppe risalente al 1886, spesso questa chiesa viene utilizzata dai giovani vietnamiti come sfondo per le foto in particolari occasioni.
cattedrale di San Giuseppe
Lasciamo questo luogo e raggiungiamo il piccolo tempio buddista di CHUA BA DA quasi nascosto tra vecchi edifici. Entriamo in punta di piedi, infatti un gruppo di fedeli è intento alla preghiera.

























Proseguiamo il nostro girovagare per la città vecchia non stancandoci di osservare il caos "ordinato" del traffico cittadino quindi risaliamo sul nostro bus per rientrare in hotel. Dopo cena facciamo una breve passeggiata nei pressi dell'albergo. Sui marciapiedi un numero interminabile di piccoli tavoli con attorno giovani intenti a cenare con cibo preparato su piccoli fornelli. Nell'aria si diffonde ogni sorta di odori in un "chiacchiericcio" incomprensibile tra il rumore continuo del traffico.
cibo di strada ad Hanoi

Rientriamo ben presto in hotel rinunciando volentieri alla vita notturna di Hanoi, la stanchezza del lungo viaggio si fa sentire e poi domani partiremo per la baia di Ha Long.
Oggi abbiamo avuto un piccolo assaggio della vita e dell'architettura di questa parte del mondo. Avremo, di seguito, occasione per meravigliarci più volte della bellezza di alcuni luoghi e delle realizzazioni che nel tempo hanno arricchito i paesi dell'Indocina. Un sito molto interessante da consultare è il seguente: Asian Historical Architecture


23 novembre - da Hanoi a Ha Long


Iniziamo il nostro viaggio attraverso la campagna vietnamita verso la baia di Halong, nel golfo del Tonchino. Sono circa 170 km che percorriamo attraversando numerosi villaggi. Dopo circa 4 ore siamo in vista della baia.
cartografia tratta dal n°145 di "Meridiani" - editoriale Domus 





















In lontananza, appena percettibili, si intravedono i più vicini isolotti che punteggiano la baia. Arriviamo a Bay Chay, la zona turistica di Halong. Qui troviamo un numero impressionante di hotel e, all'ormeggio, numerosi battelli, veri e propri alberghi galleggianti, (qui chiamati, impropriamente, giunche) in attesa dei turisti.
La nostra "barca" è pronta ad accoglierci. Saliamo a bordo e giusto il tempo di sistemarci e siamo su in coperta. Quante volte abbiamo visto in tv o al cinema questa splendida baia e ora siamo qui a navigare in queste acque.
alcuni dei 3000 isolotti calcari della baia



















Navighiamo per un po' tra altre imbarcazioni quindi gettiamo l'ancora e saliamo su di un piccolo battello. Raggiungiamo così un villaggio galleggiante. Qui possiamo vedere innumerevoli boe che delimitano delle aree di allevamento. Sapremo più tardi che non si allevano pesci ma si coltivano perle.

il villaggio galleggiante





















Attracchiamo ad un molo ove sono ad attenderci numerose piccole imbarcazioni, saliamo su una di essa condotta da una esile donna vietnamita.

una giunca vietnamita

Iniziamo così una lenta navigazione  in acque tranquille e di una intensa suggestione.




E' ormai ora di rientrare, la giovane vietnamita ci guida verso il molo ove troviamo ad attenderci il battello che ci riporta al nostro albergo galleggiante. La sera, dopo cena Cuong ci allieterà esibendosi in un piccolo concerto mescolando canzoni vietnamite, inglesi e napoletane.


24 novembre - Baia di Halong e rientro ad Hanoi


alba sulla baia di Ha Long
Raggiungiamo uno degli isolotti più grandi della baia, qui si trova una ampia caverna calcarea. Per raggiungerla dobbiamo fare una piccola scalata seguendo un percorso con numerosi gradini in legno.
Da qui la vista è stupenda, ci soffermiamo a lungo per ammirare dall'alto questo luogo e per riposare un pò dopo la salita.

la nostra giunca
Al termine della breve visita ridiscendiamo al molo, ci aspetta il battello che ci riporta alla nostra giunca. Lentamente si riprende la navigazione verso il porto di Halong.
Qui ci attende il nostro bus per il ritorno ad Hanoi. Lungo il tragitto abbiamo modo di visitare un laboratorio per la lavorazione delle perle ed assistere ad alcune fasi di preparazione di splendidi gioielli. Ai lati della strada è un susseguirsi di piccoli esercizi commerciali con i loro banchetti  colmi di ogni genere di merce. Ci fermiamo e la nostra guida ci fa omaggio di una gustosa colazione a base di frutta locale, molto apprezzati risulteranno i dolcissimi e piccoli ananas che qui si coltivano. L'ultima fermata sarà il mercato di un villaggio.
rambutan
La varietà di frutta che qui possiamo trovare è incredibile: dai maleodoranti ma deliziosi (così dicono) "durian" ai "rambutan" con la loro buccia rosso fuoco, dal mango alla papaia allo straordinario "Hylocereus undudatus" (frutto del drago) dalla forma di uovo e dal colore fucsia  con squame di colore verde e la polpa di colore bianco punteggiata di pallini neri, di esso avremo modo di mangiarne spesso. E' un vero e proprio trionfo di colori, forme, sapori.



Giunti ad Hanoi ci rechiamo subito sul lago Ho Hoan Kiem (il lago della spada restituita). Una leggenda narra che l'imperatore Ly Thai To, passeggiando sulle sue rive, trovò l'impugnatura di una spada, in quel momento apparve una tartaruga d'oro che gli pose la lama. Con quest'arma l'imperatore riuscì a liberare il suo popolo dagli invasori cinesi. Un giorno, mentre era in barca, riapparve la tartaruga è riprese la spada per conservarla nella profondità del lago fino a quando ce ne fosse stato bisogno.
Attraversiamo il bel ponte Huc (sole nascente) in legno laccato di un rosso smagliante e iniziamo la visita del tempio Ngoc Son ( il tempio della montagna di giada).
il ponte sul lago Hoan Kiem
la tartaruga con la spada
Oggi questo sito, una vera e propria oasi di pace, è il luogo preferiti degli abitanti di Hanoi ove possono ritrovare quella pace che la città con i suoi frastuoni, il suo traffico caotico non riesce più a dare. Qui regna il silenzio, il profumo dell'incenso e il variegare dei colori dei fiori.


la tartaruga dorata della leggenda

In una sala troviamo una teca con una statua bronzea della tartaruga della leggenda. la tartaruga, in Vietnam, è il simbolo della longevità e immortalità oltre che della trasmissione dei valori spirituali.


Dopo questa parentesi di pace ci rituffiamo nel caos del quartiere vecchio curiosando tra i negozietti stracolmi di ogni genere di mercanzia in attesa dell'inizio dello spettacolo di marionette a cui assisteremo nel vicino teatro.
una strada del quartiere vecchio

il teatro delle marionette sull'acqua
La giornata si conclude così con lo spettacolo di marionette sull'acqua.








25 novembre - Hanoi


Un violento acquazzone ci sorprende nei pressi del mausoleo ad Ho Chi Minh. Siamo malamente attrezzati e ben presto sembriamo dei pulcini bagnati alla ricerca disperata di un riparo.



il mausoleo di Ho Chi Minh



Nonostante la pioggia non ci dia tregua continuiamo il nostro tour riparandoci alla meglio. Nel grande parco si trova l'edificio che fu la residenza di Ho chi Minh, in realtà fu solo utilizzato per eventi ufficiali preferendo egli abitare in una casa più umile. Tale edificio, realizzato nel 1906, fu la residenza dell'allora governatore dell'Indocina. negli ultima anni della sua vita Ho Chi Minh preferì utilizzare una sobria costruzione in legno posta nel vicino giardino botanico.
la residenza ufficiale di Ho Chi Minh
l'abitazione di Ho Chi Minh
l'ultima residenza di Ho Chi Minh
Non lontano troviamo Chua Mot Cot (la pagoda dal pilastro unico). La pagoda risale al 1049 e fu fatta costruire dall'imperatore Ly Thai Tong come gesto di gratitudine per aver avuto un figlio maschio.  Distrutta dai francesi nel 1954 durante la loro ritirata fu ricostruita dai vietnamiti.
la pagoda a pilastro unico

la pagoda ospita una statua della dea Quan Am
Di fronte troviamo il piccolo tempio di Dien Huu, l'interno è abbagliante con il suo rosso intenso e le numerose statue.
Visitiamo ora il Tempio della Letteratura (Van Mieu). Dedicato a Confucio il tempio è consacrato alle arti letterarie e all'etica confuciana. Fu costruito nel 1070 per volere dell'imperatore Ly Thai Tong e fu sede della più antica università del paese. Il complesso del tempio è formato da 5 cortili su cui si affacciano vari edifici.
Grande Casa delle Cerimonie
all'interno la statua di Confucio
Oggi, nonostante l'intensa e continua pioggia, il tempio è affollato di giovani studenti che festeggiano la fine del loro ciclo di studi. Una frotta di laureati si affolla nei cortili per ringraziare Confucio e per le consuete foto ricordo.
foto ricordo davanti all'ingresso del tempio

Interrompiamo le nostre visite per il pranzo, nel pomeriggio ci recheremo in uno dei luoghi più affascinanti e interessanti di Hanoi: il museo etnografico.
alcuni modelli di abitazioni tradizionali
trasporto di trappole per il pesce
In questo museo, realizzato nel 1995, sono rappresentate le diversità culturali delle 54 etnie minoritarie del Vietnam. Numerosi sono i reperti presenti, circa 2500, come oggetti di uso comune, strumenti musicali, abiti etc. All'esterno, nel cortile, sono presenti alcune abitazioni tradizionali tra cui una grande casa comune. Molto bella è la casa Banhar dal grande tetto e con una altezza di ben 19 metri. in questa casa gli abitanti del villaggio tenevano i consigli di guerra, riti e celebrazioni. La casa che si trova nel museo fu realizzata, nel 2003nti, circa 2500, come oggetti di uso comune, strumenti musicali, abiti etc. All'esterno, nel cortile, sono presenti alcune abitazioni tradizionali tra cui una grande casa comune. Molto bella è la casa Banhar dal grande tetto e con una altezza di ben 19 metri. in questa casa gli abitanti del villaggio tenevano i consigli di guerra, riti e celebrazioni. La casa che si trova nel museo fu realizzata, nel 2003, da 42 abitanti dei villaggi Banhar di Kontum. 
casa comunitaria dell'etnia Banhar
 
replica di una tomba della comunità "Giarai"
All'esterno del museo si trovano numerose repliche di tombe tra cui una della comunità linguistica "Giarai" che vive nelle aree centrali del Vietnam. Tali tombe erano decorate con statue inneggianti alla fertilità. Notevole anche la casa "ede" della lunghezza di 24 metri, in tale casa comune vivevano gruppi familiari molto estesi. Tali abitazioni potevano raggiungere anche i 42 metri di lunghezza.
casa Ede

Terminata la nostra visita al museo ritorniamo in hotel per riprendere i nostri bagagli infatti ci aspetta un aereo per Danang. Salutiamo Cuong, infatti a Danang avremo un'altra guida.
Arriviamo a Danang in perfetto orario. Durante il conflitto vietnamita questa città divenne sede della più grande base americana. In aeroporto è ad attenderci Mia che ci accompagnerà per il resto della nostra permanenza in Vietnam.


26 novembre - Hoi An



La nostra prima tappa è Hoi An, una città di 120000 abitanti e di origini antichissime  che si trova a valle del fiume Thu Bon, nella piana costiera della provincia di Quang Nam, a circa 28 km da Danang.
Le strade di Hoi An ed i suoi edifici hanno mantenuto il loro variegato (cinese, giapponese, francese) stile di un tempo e in essa si trovano ben 844 edifici di interesse architettonico e storico tanto da farla dichiarare dall'Unesco, nel 1999, come patrimonio mondiale dell'umanità. Iniziamo la visita della città percorrendo le strade del piccolo centro storico.


Complice l'ora le strade sono silenziose e accoglienti, qui non vi sono motorini e possiamo apprezzare la tranquillità di questo luogo.
Raggiungiamo la Sala delle Assemblee, questa fu costruita dai mercanti cinesi nel 1644. Il tempio è dedicato alla Dea del mare Thieu Han. Vicino all'altare maggiore è posto un modello di giunca a rimarcare la devozione dei fedeli.
ingresso del tempio
il cortile interno
le spirali con i bigliettini dei desideri

Evidente lo stile dell'edificio che ricalca fedelmente i canoni dell'architettura cinese. All'interno un patio fa da invito all'altare ove è posta la Dea Thieu Han. Sul soffitto pendono delle spirali di incenso. In esse i devoti attaccano un biglietto con i loro desideri.
la Dea Thieu Han








Proseguendo lungo la strada pedonale Tran Phu ci fermiamo davanti ad una casa storica. E' permesso visitare il piano terra per cui ne approfittiamo. Il fascino della casa Du Can risiede nel fatto che il suo attuale proprietario ha cercato di lasciare tutto inalterato, non adattandola alle esigenze moderne.  La casa è stata abitata dalla stessa famiglia  sin dalla sua costruzione che risale a circa 400 anni. Questa casa ha ospitato nel tempo le varie attività dei suoi proprietari. Nel 1908, la casa è stata trasformata in un negozio di medicina cinese. E' stata anche una libreria molto nota e luogo di ritrovo per i primi intellettuali del 20 ° secolo, alcuni dei suoi membri furono figure molto influenti nel paese.

Poco più avanti ecco il ponte giapponese noto anche come ponte pagoda (Chua Cau), così chiamato perché costruito dai mercanti giapponesi che qui erano presenti in gran numero nel 1600 contribuendo a fare di Hoi An un fiorente centro commerciale e marittimo.





Ci fermiamo in un piccolo laboratorio per la produzione della seta. L'oriente ha una tradizione millenaria e molti sono i laboratori, anche familiari, che si dedicano a questa attività.
bachi allevati con le foglie di gelso
bozzoli pronti per la lavorazione





























Ci sorprende la pioggia e ci rifugiamo presso un artigiano che realizza lanterne di carta.
























Appena possibile raggiungiamo il nostro bus per dirigerci verso Danang, ma prima faremo una fermata alle montagne di marmo (Ngu Hanh Son). Questo gruppo di 5 montagne si estende per una lunghezza di 2 km, una larghezza di 800 metri e un'altezza massima di 500 metri. Le montagne di marmo sono note con i nomi di : Hoa Son (montagna di fuoco), Figlio di Kim (montagna di metallo), Tho Son ( montagna di terra), Thuy Don (montagna di acqua) e Figlio Moc ( montagna di legno). la montagna di Thuy Son è la più alta e ad essa si può accedere utilizzando un ascensore o percorrendo una lunga scalinata. In cima troviamo la pagoda a torre Xai Loi, realizzata nel 1997. Da qui la vista spazia sulle montagne e sulla costa.


il villaggio Don Hai con le sue numerose botteghe per la lavorazione del marmo

pagoda Xai Loy
Numerose sono le caverne che si trovano nelle montagne di marmo, esse durante le guerre d'Indocina e del Vietnam furono utilizzate dai combattenti delle varie parti, ora sono visitate da innumerevoli turisti attratti dalle varie sculture qui presenti.
statua di Budda all'interno della caverna di Tang Chou Dong

tempio di Linh Ung



altare all'interno del tempio






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porta di ingresso alla montagna

Ridiscendiamo giù percorrendo la ripida scalinata, facciamo una breve sosta presso la pagoda di Linh Ung e quindi raggiungiamo il nostro bus non prima però di aver visitato una delle innumerevoli botteghe artigiane in cui si lavora il marmo (praticamente tutta la popolazione di Dong Hai è dedita a questa attività) e prima di pranzo ci rechiamo al museo Cham
Il museo cham, costruito nel 1915, raccoglie la più completa collezione (circa 300) di sculture cham del Vietnam che illustrano l'arte Cham dal VII al XV secolo.
manifesto commemorativo del centenario del museo






Ci dirigiamo verso My Son la "Città Santa" del regno dei Champa. Lasciamo il bus in un ampio spazio e percorriamo un lungo sentiero, che si sviluppa all'interno di una folta foresta pluviale, fino a giungere in una vallata circondata da alte colline ammantate di verde. E' qui che sorgono i santuari che gli antichi sovrani Cham fecero costruire tra il VI e XIV secolo, in onore di Shiva e Visnu.






Lasciamo My Son e ritorniamo a Hoi An. Ormai la pioggia ci ha lasciato e trascorriamo la serata passeggiando lungo il fiume in una atmosfera quasi fiabesca. Le tenue luci delle lanterne illuminano le strade su cui si affacciano deliziosi negozi, boutique, botteghe. Terminiamo così questa nostra intensa giornata.



una giovane cantante si esibisce in canti popolari


piccoli venditori di lanterne




27 novembre - Hue


Un forte vento spazza la spiaggia di Hu An e grossi nuvoloni neri coprono il cielo. La giornata non si preannuncia bene.



























Saliamo sul bus e ci dirigiamo a nord verso Huè, l'antica capitale della dinastia Nguyen (1847-1883). Facciamo la prima sosta al mausoleo di Khay Dinh. realizzato tra il 1920 e il 1931 si sviluppa sul fianco della montagna di Chau Chu. Ci appare una grande scalinata, sormontata da un triplice arco, che porta ad una terrazza, il cortile delle cerimonie, ove sono presenti alcune statue raffiguranti dignitari con le guardie del corpo, cavalli  ed elefanti.
ingresso del complesso  - ai lati della scalinata si trovano le residenze dei mandarini





vista dal cortile delle cerimonie con il padiglione della stele - in alto il palazzo di Thien Dinh





il cortile delle cerimonie
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La pioggia non ci da tregua e scende copiosa, a volte sembra di essere sotto la doccia. Con prudenza continuiamo la nostra scalata con l'acqua che scorre sui nostri piedi. Raggiungiamo così la cima di questo mausoleo. Il trascorrere del tempo e gli agenti atmosferici hanno dato alla costruzione, in cemento, una patina nerastra che conferisce un aspetto quasi tetro e da l'impressione di trovarsi davanti ad una costruzione ben più vetusta dei suoi cento anni

Ben diverso è l'interno del palazzo Thien Dinh ove è posto il sarcofago dell'imperatore. Qui la luce delle ricche decorazioni è abbagliante.







Il soffitto presenta dei pregevoli affreschi mentre le pareti sono interamente decorate con mosaici di ceramica e marmi pregiati. la ricchezza dei decori e la grandiosità del complesso impegnarono molto le finanze dell'Imperatore che fu costretto a imporre ai suoi sudditi un forte aumento delle tasse.







Lasciamo il mausoleo di Khai Dinh per recarci al vicino Tu Duc, altro mausoleo imperiale. Tu Duc fu l'Imperatore della dinastia Nguyen con il regno più lungo, dal 1847 al 1883. Fu con lui che il Vietnam perse la sua indipendenza infatti la persecuzione, da lui attuata, contro la comunità Cristiana provocò l'intervento della Francia che conquistò Saigòn obbligando Tu Duc a capitolare e dichiarare il Vietnam del Sud come colonia francese.
La tomba dell'imperatore Tu Duc è probabilmente la più grande tomba del Vietnam. La sua costruzione durò dal 1864-1867 e il sito si estende per circa 12 ettari, ove sono disposti a circa 50 edifici e un lago artificiale. Molti degli edifici originali sono andati distrutti con la guerra ma vi sono ancora numerosi edifici interessanti tra cui il Padiglione della Stele ove viene conservata una stele con incisa la biografia di Tu Doc. Continuiamo la nostra visita con la pioggia che non ci da tregua e che, purtroppo, non ci permette di apprezzare compiutamente la bellezza del luogo.

il lago artificiale del complesso




la grande scalinata che dal lago porta al mausoleo


uno dei cortili del complesso



Gli imperatori della dinastia Nguyen governavano dal Palazzo Imperiale della Cittadella di Hue, l'antica capitale del Vietnam e, dopo la loro morte, venivano sepolti nel Mausoleo o Tomba Reale. E' questa la nostra prossima tappa: la Cittadella.
Posta all'interno del recinto imperiale, costruito dai francesi nel 1805, il complesso della Cittadella Imperiale è uno dei tesori architettonici più preziosi del Vietnam. E' un vasto (circa 520 ettari) complesso di palazzi, templi, padiglioni e giardini circondato da alte mura. All'interno della Cittadella si trova la Città Imperiale, circondata da 2,5 chilometri di mura e infine la Città Proibita, residenza privata dell'imperatore. Costruita tra gli anni 1802-1833, ha ricevuto questo nome per il fatto che l'imperatore era l'unico uomo che poteva accedervi oltre alla Regina Madre, imperatrici, servitori, concubine ed eunuchi di corte.





























una mappa francese della cittadella



















la città imperiale e la città proibita

Per accedere alla Cittadella bisogna
attraversare la porta del mezzogiorno. Questa porta ha 5 accessi:
1- un accesso centrale riservato all'Imperatore
2 - due accessi adiacenti per i mandarini
3 - due accessi laterali per il passaggio dei soldati, cavalli, stranieri.
Ha un'altezza, nella sua parte inferiore di 5 metri e una larghezza di 27 metri. Nella parte superiore si trova il balcone delle cinque fenici (Ngu Phung) dove si affacciava l'Imperatore nelle grandi occasioni.
la cittadella con il fossato di protezione


la porta principale con i tre ingressi - porta del mezzogiorno ( Ngo Mon )












un plastico della cittadella

cortile interno della cittadella con la torre della bandiera



una porta della città proibita



il teatro reale







il teatro reale















il tempio Hun Mieu -tempio delle generazioni

 Dien Thai Hoa - palazzo del trono

interno del palazzo
la porta Hien Nhon

L'imperatore Minh Mang fu l'artefice della costruzione del tempio Hun Mieu , nell'anno 1821, e dedicato alla memoria dei loro antenati. Il superbo palazzo Dien Thai Hoa, con 80 colonne laccate di rosso, presenta all'interno la sala del trono e la sala dei mandarini.
Terminiamo questa nostra giornata con una passeggiata in risciò e una breve vista alla pagoa della dama celeste.

28 novembre - Ho Chi Minh  (Saigon)



Ci rechiamo in aeroporto per il volo che ci porterà alla capitale Ho Chi Min. Troviamo una città moderna e con un traffico ben più ordinato di Hanoi nonostante i suoi quasi 6 milioni di motocicli (la più alta concentrazione al mondo), merito delle ampie arterie cittadine. Ci dirigiamo subito verso la nostra prima meta: i tunnel della città sotterranea nei pressi di Cu Chi.
Durante il trasferimento verso Cu Chi facciamo sosta presso una piantagione di alberi della gomma.
Tale coltivazione, introdotta dai francesi nell'Indocina all'inizio del XX secolo, permise di ricavare il caucciù necessario alla nascente industria automobilistica e fu fonte di notevole reddito per la colonia francese.
Nelle vicinanze c'è un luogo delizioso, lungo un corso d'acqua, ove facciamo sosta per il pranzo. E' una sosta piacevole che ci permette anche di riposare un po'.



























Raggiungiamo Cu Chi ove possiamo visitare una piccola parte della cittadella sotterranea realizzata dai vietnamiti durante i conflitti che imperversarono in questo paese. I tunnel sono stati costruiti negli anni quaranta, dai guerriglieri Viet Minh, durante la guerra contro i francesi e ampliati negli anni sessanta e settanta dai Viet Cong, che combattevano contro le forze del Vietnam del Sud e degli Stati Uniti, durante la Guerra del Vietnam. Con andamento a zig-zag e colleganti diversi villaggi, raggiunsero un totale di 220 chilometri di gallerie divise in 3 livelli con profondità da 6 metri a 10 metri sottoterra. In esso si trovavano ospedali, depositi, dormitori e tutto ciò che poteva servire per viverci (si calcola che arrivarono a più di 10.000 presenze).


ingresso di un tunnel































































Nonostante Cu Chi ospitasse la più importante delle tre basi logistiche americane la zona non fu mai completamente bonificata. Solo dopo la fine dei bombardamenti nel Nord Vietnam la disponibilità di B-52 permise un loro bombardamento con bombe a penetrazione. In questo modo gli americani riuscirono a neutralizzare parzialmente l'attività dei tunnel.
Data l'estensione di questa rete, che raggiungeva il confine con la Cambogia e continuava anche oltre, molti tunnel, ragionevolmente lontani da Cu Chi, continuarono ad essere usati per l'infiltrazione nell'area occupata dalle forze americane, sia di materiale che di personale proveniente dalla Cambogia orientale, dove erano presenti ingenti depositi nord vietnamiti alimentati tramite il sentiero di Ho Chi Minh.
un ingresso ampliato a scopo "turistico"

un termitaio - in esso spesso venivano camuffati i fori di aerazione dei tunnel













































L'area che visitiamo è molto vasta e vi è anche un piccolo museo, un poligono di tiro e una rassegna delle micidiali trappole con cui veniva disseminata l'area. Lasciamo Cu Chi e ci dirigiamo verso Ho Chi Minh (Saigon).
La capitale del Vietnam è oggi una città moderna e vivace. Trascorriamo la serata in centro, in parte pedonalizzato. E' la zona più in e piacevole da vivere.

Qui si trovano numerosi edifici di interesse storico quali l'ufficio postale realizzato da Eiffel, il municipio, la cattedrale di Notre Dame, l'Opera House. Si respira un'aria di festa, molti sono i giovani che frequentano questa zona e che si dilettano con musica dal vivo.
musica dal vivo

la zona pedonale di Ngu yen Hue - in fondo il municipio
Splendido l'ufficio postale realizzato da Gustav Eiffel tra il 1886 e il 1891. Sulla sua facciata sono rappresentati i volti di personaggi famosi e inventori, tra essi Benjamin Franklin, Alessandro Volta, Gay-Lussac, Michael Faraday.
il municipio - via Le Thanh Ton

palazzo delle poste
Notre Dame
l'opera house
Su via Dong Knoi (la vecchia rue Catinat) si trova l'Opera House realizzata nel 1887 dall'architetto  francese Felix Olivier. Questo edificio è uno splendido esempio dello stile coloniale francese. Di fronte troviamo lo storico l'Hotel Continental Saigon (1880).
Questo hotel fu la sede dei corrispondenti di guerra delle maggiori testate del mondo durante la guerra del Vietnam. In esso alloggiarono anche Graham Greene, Jean-Claude Pomonti di Le Monde, Stanley Karnow del Washington Post, Oriana Fallaci dell'Europeo, Tiziano Terzani di Der Spiegel.
gli  hotel Continental e Caravelle
Alle 11.30 del 30 aprile 1975 un carro armato nordvietnamita sfondò la cancellata della residenza del primo ministro a Saigon mettendo fine alla guerra del Vietnam. Il giorno prima, gli ultimi elicotteri erano decollati dai tetti dell' ambasciata americana  e Terzani annotava: «Quella notte in cui si sentiva che la città era finita, che eravamo assediati, io stavo male dalla paura e mi chiedevo come potevo proteggermi. La mattina di quel giorno gran parte dei giornalisti erano scappati. Eravamo rimasti in una ventina per cui l’Hotel Continental era vuoto. Feci il giro di tutte le camere abbandonate e presi i materassi, mica per dormirci, per mettermeli addosso così, se arrivavano i razzi, i materassi mi proteggessero almeno dalle schegge».

l'hotel Continental e l'Opera House ai tempi del protettorato francese


29 novembre - da Saigon a Chau Doc

Attaversiamo la città per dirigerci nella zona di Cho Long ove troviamo il mercato di Cho bin tay. E' uno dei mercati più antichi e  nacque per opera di un imprenditore cinese noto come Quach Dam. In esso si trova la merce più varia: dai prodotti della terra agli alimenti tipici della zona, dall'abbigliamento alla tecnologia, dai prodotti per la casa agli strumenti da lavoro e naturalmente è anche possibile pranzarvi. Ci addentriamo all'interno ed è sempre un piacere girare tra i lunghi e stretti corridoi del mercato e fare qualche timido tentativo di contrattazione.
una strada della città



una colorata selezione di scarpe


un omaggio al realizzatore del mercato
Usciamo dalla città e ci dirigiamo verso Cai Be. Attraversiamo una campagna lussureggiante con vaste risaie e coltivazioni di palme. 

Come già accaduto altre volte interrompiamo il nostro viaggio per una breve sosta in un luogo estremamente piacevole e che ci rende il nostro percorso in bus meno faticoso. 



























Raggiungiamo Cai Be e la nostra prima tappa è al tempio del caodaismo. Il caodaismo fu fondato nel 1925 e si rifà alle principali religioni del mondo basandosi sul principio che tutte le religioni hanno la stessa origine divina.
Al nostro arrivo ci appare un edificio che si caratterizza fortemente per le decorazioni elaborate e l'uso estremo del colore. Architettonicamente riprende lo stile cattolico con i campanili laterali (qui sono invece presenti due torri) ma fortemente rielaborato. 



Non meno colorato ed elaborato risulta l'interno, qui si viene travolti dalla fantasia esuberante degli artisti che hanno decorato questo tempio.

Abbandoniamo il tempio e ci rechiamo all'imbarcadero ove ci attende un battello. Prendiamo posto e via alla scoperta del mercato galleggiante che si sviluppa lungo i rami del Mekong.
da Google Map
Ci imbarchiamo e inizia così la navigazione lungo i canali che racchiudono Cai Be.































Davanti a noi una fila continua di case su palafitte. Anche qui, come nelle città visitate, non si percepisce esattamente dove termina la casa e inizia la bottega, è tutto un unico insieme. Si vive e si lavora nello stesso luogo.


























Accostiamo ad uno dei tanti battelli che vendono frutta, è una piacevolissima e dolcissima sosta nella quale assaggiamo ogni tipo di frutta.







Attracchiamo a Cuu Long, un villaggio lungo il fiume. Percorriamo una stradina attorno a cui si sviluppa il centro abitato. Si susseguono, da ambo il lati, una lunga fila di case. In esse si svolgono approssimative attività di ristorazione, attività commerciali tra le più varie e il tutto dal carattere familiare. Proseguiamo il nostro cammino soffermandoci in alcune di esse. Assistiamo alla lavorazione del riso per la realizzazione di quella sorta di sottile pellicola che servirà ad avvolgere gli "involtini primavera" che spesso abbiamo avuto occasione di gustare.

la bottega di un barbiere

la lavorazione della pasta di riso


preparazione del croccante di riso


Riprendiamo il battello per recarci la dove pranzeremo. E' la casa del discendente di un mandarino che ci ospita nel suo giardino allestito per il pranzo.


interno della casa del Mandarino

E' già ora di risalire sul nostro battello e ritornare all'imbarcadero ove ci aspetta il bus per proseguire il nostro viaggio verso Chau Doc.

una delle tante abitazioni galleggianti
sullo sfondo le risaie, in primo piano una distesa di fiori di loto ancora in boccio
Imbocchiamo la strada che ci porterà, dopo vari chilometri e attraversando un territorio ricco di risaie, sulla sponda di uno dei rami del Mekong (il Song Hau Gian).



Di fronte a noi la città di Long Xuyen che raggiungiamo per mezzo di un traghetto.

Long Xuyen
Attraversiamo Long Xuyen e dopo circa 2 ore siamo a Chau Doc, giusto il tempo di sistemare le valige e a cena. Domani, molto presto, prenderemo un battello veloce che ci porterà fino a Phnom Penh, la capitale della Cambogia (Cambodia).


30 novembre - Phnom Penh


Salutiamo la nostra guida vietnamita e prendiamo posto su di un battello veloce che risalirà il Mekong fino a Phnom Penh.



La vita sul fiume scorre all'apparenza lentamente. Molti i piccoli pescatori che con i loro sampan si dedicano alla pesca e innumerevoli sono i barconi per il trasporto della merce più varia (dalle derrate alimentari, alla macchine, ai materiali edili etc.) che incrociamo e che scivolano lentamente sulle acque del fiume.



Accostiamo ad un grosso battello dalla forma inusuale, è questo il posto di frontiera di Kaorm Samnor che segna il confine tra il Vietnam e la Cambogia. Una breve sosta per il disbrigo delle formalità e si riparte.
il moderno ponte Neak Loeung sulla strada che collega Saigon con Phnom Penh 


Phnom Penh










Giunti all'imbarcadero ci rechiamo subito al ristorante ove saremo allietati oltre che dal cibo dall'armonia delle movenze di due giovanissime danzatrici.
due giovani danzatrici di Apsara (danza tradizionale Cambogiana)
Non ci tratteniamo molto e ci rechiamo al museo nazionale e alla sede del palazzo reale. Purtroppo saranno queste le sole mete della nostra visita a Phonm Penh, una città che solo ora incomincia a rinascere dopo gli anni bui di Pol Pot e l'occupazione vietnamita. Una città che si è aperta al mondo e dove gli investimenti stranieri sono notevoli.
Il museo nazionale, inaugurato nel 1920, ospita la più grande collezione di arte Khmer dal V al XII secolo, anche questo luogo subì l'azione del regime di Pol Pot e solo nel 1979 fu riaperto al pubblico.
Il museo nazionale





Dal lato opposto alla piazza abbiamo il complesso del palazzo reale e la pagoda d'argento. Il complesso è composto di 9 edifici su di un'area di 9 ettari con splendidi giardini. All'interno dell'area vi è una parte riservata, non accessibile, ove vive la famiglia reale.























Dall'esterno è ben visibile il padiglione Chanchhaya utilizzato dal re nelle occasioni ufficiali per rivolgersi ai suoi sudditi.
il padiglione Chanchhaya (padiglione di Luna)























il padiglione del trono - palazzo reale


la pagoda d'argento

stupa nei giardini del palazzo reale

statua equestre del re Nordom ( originariamente di Napoleone III)

la stupa per la figlia di Sihanouk, dietro quella del re Ang Duong


1 dicembre - da Phnom Penh a Siem Reap

Oggi ci trasferiamo a Siemp Reap, base per la visita del complesso di Angkor. Ci accompagna la nostra nuova guida Tiv Mundul. Percorreremo la "Via reale" oggi più semplicemente statale n°6.






























Lasciamo la città soffermandoci per qualche minuto in un caotico mercato quindi riprendiamo il viaggio fino a raggiungere un altro particolare mercato, quello che si svolge lungo la strada nei pressi del villaggio di Skun patria di alcune curiosità gastronomiche (almeno per noi!) come i ragni fritti o caramellati, cavallette, larve etc.

alcune specialità gastronomiche del luogo

venditrice di larve di baco da seta
larve condite con erba cipollina
ragni fritti
due giovani monaci che ricevono le offerte di cibo

un taxi collettivo cambogiano


























Riprendiamo anche noi la nostra strada. Attraversiamo una campagna lussureggiante, intensamente coltivata e lungo la strada è un susseguirsi di villaggi e case in legno costruite su palafitte. Raggiungiamo una piccola cittadina (kampong Thom, capitale dell'omonima provincia) e ci fermiamo per il pranzo.


la cittadina di Kampong Thom

Lungo il nostro viaggio abbiamo modo di soffermarci ad ammirare uno dei più pregevoli esempi dell'architettura kmer: il ponte di laterite e arenaria di Kompong Kdei, fatto costruire da Jayvarman VII nel XII secolo. ha una lunghezza di 87 metri per una larghezza di 17. Il ponte è realizzato con 22 strette arcate utilizzando un "falso arco" cioè una struttura realizzata appoggiando successivamente le pietre una sull'altra e facendo sporgere quelle superiori verso il centro.


il mitico serpente Naga a sette teste protettore di Buddha alle estremità del ponte

il serpente Naga ai lati del ponte
Proseguiamo sulla "Via Reale" e facciamo una deviazione per raggiungere il villaggio di Kompong Khleang con le sue case su alte palafitte (possono raggiungere i 6/7metri).











Percorriamo una lunga strada sterrata delimitata dalle case su palafitte. Al di là si intravede un canale che, in parten navigheremo. Arrivati a Kompong Khleang raggiungiamo subito l'imbarcadero per prendere posto sulla nostra barca. Ci accolgono un giovanissimo "capitano" e due ragazzi. Iniziamo cosi la navigazione lungo il canale fino a raggiungere il lago Boeng Tonte.



Le case realizzate su palafitte permettono di affrontare agevolmente l'innalzamento del livello delle acque.
Numerose sono le case galleggianti che meglio si adeguano alle variazioni del livello delle acqua durante la stagione delle piogge e che permettono inoltre di muoversi all'interno del bacino.

una casa galleggiante


un giovanissimo "capitano" alla guida della sua barca


una scuola del villaggio
Lungo il canale la scuola è ospitata da un barcone che ben si presta ad essere spostata secondo le necessità.


Raggiunto il lago Tonlè Sap ritorniamo indietro per raggiungere l'imbarcadero e riprendere il nostro bus che ci porterà a Siem Reap.
i due giovani "mozzi"
Giungiamo a Siem Reap, il tempo di una doccia e a cena. La serata la trascorriamo per le strade del centro storico della città.
Troviamo una città molto vivace e affollata di turisti (è la base per la visita al sito archeologico di Angkor). Facciamo fatica a camminare lungo la strada principale tra un gran numero di locali che ci invitano a utilizzare i loro servi di trasporto in Tuk-Tuk oppure ad usufruire di massaggi, a cenare o semplice a bere o visitare le loro botteghe ove si trova di tutto. A volte sembra di essere nel bel mezzo di una fiera. Certamente chi ha avuto l'avventura di visitare questo luogo negli anni ottanta  ora farebbe fatica a riconoscerlo infatti la città ha avuto uno sviluppo incredibile ed è passata velocemente da semplice villaggio a città con oltre 180000 abitanti e tale sviluppo continua incessante infatti  numerosi sono cantieri per la realizzazione di hotel o resort di lusso. Nonostante ciò la Siem Reap vecchia con il quartiere francese il Pokambor Boulevard che si sviluppa lungo il fiume omonimo e il vecchio mercato mantiene ancora il suo fascino.

2 dicembre - Angkor



planimetria tratta da "Angkor" di Maurice Glaize - www.theangkorguide.com




Angkor Watt
Raggiungiamo la biglietteria ove effettuata una foto ci rilasciano un biglietto personalizzato che utilizzeremo per le visite di tutto il sito archeologico. la nostra prima meta è Angkor Watt (Tempio della Città in lingua Kmer). E' il sito archeologico più noto e visitato della Cambogia. Risalente al XII secolo è voluto dal re Suryavarman II fu concepito come tempio funerario. Angkor Watt è circondato da un fossato largo 190 metri (che si supera attraverso un terrapieno lastricato) delimitante una cinta perimetrale di 1300x1500 metri. Lo schema che dominò la costruzione dei templi di stato nel periodo Angkoriano (dalla seconda metà dell'VIII secolo d.C. alla prima del XV secolo d.C.) fu il tempio-montagna, una rappresentazione architettonica del monte Meru, la dimora degli Dei nella mitologia induista.
"Come gli altri templi-montagna di Angkor, l'Angkor Wat è una riproduzione in miniatura dell'universo. La torre centrale rappresenta il Monte Meru, contornato da picchi più bassi a loro volta circondati dai continenti (i cortili inferiori) e dagli oceani (il fossato). Il naga a sette teste diventa un ponte-arcobaleno simbolico con cui l'uomo può raggiungere la dimora degli dèi." - da Lonely Planet
la cinta muraria di Angkor Wat con la porta d'ingresso e oltre il tempio
























Varchiamo la porta ovest del lungo edificio che ci introduce al sito (235 m.). Qui si trova un'alta statua dedicata a Buddha realizzata con un blocco unico di arenaria.
l'edificio d'ingresso con le cinque porte - elaborazione di un disegno tratto da "Angkor" di Maurise Glaize

 la porta Ovest che introduce all'area del sito archeologico

una porta laterale

la statua di Vishnu

la lunga strada di accesso delimitata ai due lati dai Naga che porta al tempio
Oltre il muro perimetrale una strada lastricata lunga 475 metri e larga 9,5 m, con ai lati una balaustra rappresentante il mitico serpente Naga ci introduce all'area del tempio. Ai lati della strada due vasche rituali e due edifici (indicate come biblioteche). la strada segue l'orientamento Ovest- Est come l'asse principale del tempio.
la biblioteca
 le sette teste del mitico Naga, il serpente protettore di Buddha e, sulla sinistra, il leone guardiano









Percorriamo la lunga strada sacra e raggiungiamo la terrazza cruciforme che ci introduce all'ingresso del tempio. Ai lati  si aprono due gallerie: a sinistra quella della battaglia di Lanka, a destra quella di pandavas e kauravas. Le due gallerie presentano, per tutta la loro lunghezza, splendidi bassorilievi.
planimetria del tempio di Angkor Watt - elaborazione di un disegno tratto da Wikipedia
sezione di Angkor Watt - disegno tratto da "Angkor Wat architectural e drawing & ortophotos" di Mekong maps
la galleria della battaglia di Lanka

scene di guerra
Ci troviamo nel chiostro, posto al livello 1, suddiviso tramite una galleria cruciforme (galleria dei mille Buddha) che forma quattro "vasche" (si pensa che servissero per raccogliere le acque meteoriche). Qui le gallerie presentano innumerevoli bassolirievi che rappresentano delle figure femminili, sono le Apsaras o Devata, divinità danzanti con sembianze di ragazza (tema molto utilizzato nell'architettura kmer). Di esse nel sito di Angkor Wat ve ne sono 1796 e tutte diverse tra loro.
sulla destra la scale per accedere alla vasca per la raccolta delle acque












sulla destra la galleria cruciforme

le gallerie risultano decorate da innumerevoli bassorilievi
una delle quattro "vasche"  in cui è suddivisa la parte anteriore del tempio
Devata
una galleria centrale
Nelle gallerie ritroviamo le volte realizzate ad arco fittizio con la stessa tecnica utilizzata dai Maya. I capitelli e gli architravi sono qui finemente decorati e presentano ancora tracce di colore. Attraversiamo la porta e ci ritroviamo su una piattaforma cruciforme ai cui lati vi sono due piccoli edifici (biblioteche).
il secondo livello del tempio - si distinguono due ingressi e una delle biblioteche

ingresso principale (sulla sinistra) e una biblioteca all'estremità della piattaforma cruciforme
Saliamo per le scale che ci portano al terzo livello; anche qui abbiamo un chiostro a forma quadrangolare suddiviso da una galleria cruciforme al centro del quale si eleva la torre centrale che rappresenta la cima del monte Meru (la casa degli dei) e le quattro torri sugli angoli (i picchi del monte Meru). La torre centrale è alta 55 metri dal suolo e 31 dal terzo livello.


una delle torri angolari
bassorilievi in uno dei porticati
Anche qui ritroviamo, lungo le pareti esterne, innumerevoli bassorilievi. Agli angoli si elevano quattro torri. Scendiamo giù e dal basso la struttura appare ancora più imponente.
una delle torri al terzo livello

vista dal basso del terzo livello

Scendiamo giù al primo livello e ci incamminiamo lungo la galleria storica di Suryavarman II. Splendidi i bassorilievi che decorano l'ala sud del tempio.

all'interno del primo livello

la galleria storica




Suryavarman II che cavalca un elefante
Notevoli risultano anche le altre gallerie che coronano il tempio come quella della "trasformazione in burro dell'oceano di latte" o o della rappresentazione del "cielo e inferno". 
Ci avviamo verso l'uscita e ripercorriamo la via sacra che ci conduce sul viale che porta ad Angkor Tom.
vista dalla galleria esterna - sulla destra il terrazzo rialzato cruciforme
una delle due biblioteche all'esterno del tempio - sulla sinistra la via sacra





Raggiungiamo il sito di Angkor Tom e anche qui troviamo un largo fossato che delimita una vasta area quadrangolare. Attraversiamo il fossato percorrendo un terrapieno lastricato delimitato sui due lati da una lunga balaustra con la rappresentazione del dio serpente. E' questa una città fortificata costruita durante il regno di Jayavarman VII (1181- 1219) i cui resti  sono immersi in una fitta vegetazione. In fondo al terrapieno ecco una delle cinque porte di accesso.


la porta Sud (una delle cinque) di Angkor Tom
Attraversiamo la porta sormontata da un  grande viso sorridente.

area centrale di Angkor Tom

Iniziamo la visita da Bayon. Questa costruzione di cui non se ne conosce la funzione (si pensa sia un santuario) è costruito su tre livelli ed è decorato con estesi bassorilievi che comprendono circa 11000 figure. Il complesso ha 54 guglie ornate da oltre 200 volti di grandi dimensioni.
Bayon - da "Angkor" di Maurice Glaize 

uno dei lunghi e bassorilievi









Apsaras





porta Nord di Bayon

Usciamo da Baylon dalla porta Nord e sulla nostra sinistra ci appare Baphuon. Percorriamo la lunga strada di accesso, con ai lati due vasche, che porta a questo tempio- montagna costruito nel 1060 e che rappresenta il monte Meru.


Baphuon - da "Angkor" di Maurice Glaize

Baphuon

Entriamo nel palazzo reale. Purtroppo resta ben poco, qualche muro, un terrazzo e il tempio di Phimeanakas. E' una struttura su tre livelli, di grande impatto, e anche questo rappresenta il monte Meru. Il tempio si eleva notevolmente e presenta delle scalinate estremamente ripide. Raggiungiamo il  terrazzo reale (terrazzo degli elefanti) e lo sguardo si affaccia sulle torri-prigione.


il tempio di Phimeanakas

terrazza degli elefanti
le torri prigione dalla terrazza degli elefanti

Lasciamo Angkor Tom e ci rechiamo a Ta Prohm, una cittadella monastica dedicata alla madre di Jayavarman VII. E' questo un sito di grande fascino, la città è avvolta dalla foresta e gigantesche radici di altissimi alberi avvolgono i templi e sono un tutt'uno con essi. Solo in questo luogo si può immaginare cosa provarono i primi esploratori e viaggiatori come Henri Mouhot (a metà ottocento) e Pierre Loti (nel 1901), davanti alle rovine di Angkor. Da allora molti templi sono stati restaurati, altri hanno sopportato le tristi vicende della Cambogia ma qui a Ta Prohm sembra che il tempo si sia fermato.
Ta Prohm - da "Angkor" di M. Gaisler

















Termina così, con un tuffo nel passato, questa prima giornata ad Angkor.

3 dicembre - Angkor


pianta del tempio di Banteay Serei




Banteay Srei ( fortezza delle donne) è un tempio induista del X secolo. E' costruito quasi interamente in arenaria dando a tutta la struttura un caldo colore rosato. L'uso dei mattoni è limitato alle recinzioni e pochi altri elementi. Si presenta con una prima cinta muraria di 110x95 metri oltre la quale vi è un largo fossato. Ad esso si giunge attraversando due gopure (porte) e percorrendo una lunga strada di accesso ai cui lati si trovano i resti di alcuni edifici e gallerie.
ingresso alla strada rialzata che porta al tempio

il frontone della porta
particolare del frontone
Già la prima porta di accesso ci introduce degnamente a quello che è uno dei più bei siti della regione di Angkor. Il grande frontone posto su di essa è pregevolmente decorato.
strada di accesso

in primo piano due pilastrini sormontati da "lingam"

il frontone della porta delle mura  più esterne che racchiude il fossato

 Seguiamo il perimetro del recinto più esterno, questo ci permette di avere una visione d'insieme del complesso. Siamo all'interno di un sito fiabesco di grande fascino.
Giungiamo così alla porta Ovest.

il lato sud-ovest del tempio
ingresso ovest
le tre torri del sacrario - dietro una delle due biblioteche
particolare di una delle tre torri - ai lati della porta due devata
i guardiani-scimmia


particolare dell'architrave di una biblioteca

particolare di un frontone con una Apsaras




























Lasciamo questo magico luogo e ci dirigiamo verso Banteay Samre

elaborazione di un disegno tratto da "Angkor" di M. Glaize


particolare della sopra elevazione della strada di accesso al tempio


porta Est

la porta Est del secondo recinto


madapa ( anticamera al sacrario)


particolare della volta
la libreria




Riprendiamo il nostro bus per raggiungere l'ultimo tempio che visiteremo oggi, ma prima ci fermiamo presso una famiglia cambogiana ove assistiamo alla preparazione della pasta di riso per la realizzazione dei vermicelli, alimento fondamentale nella dieta cambogiano, che così spesso abbiamo avuto modo di gustare.

preparazione della pasta di riso


elaborazione di una planimetria di Pre Rup - da un disegno tratto da "Angkor" di M. Gaslier 
Giungiamo ben presto a Pre Rup. Il tempio, edificato nel 880 per celebrare gli antenati e dedicato a Shiva, ha una forma rettangolare e una doppia recinzione perimetrale. La recinzione esterna è costituita  da un muro in laterite di 117x127. Nei punti cardinali vi sono quattro porte che introducono al secondo recinto. All'interno di questo si innalza una piramide tronca alla cui sommità, ove si trovano cinque torri-santuari, si giunge mediante quattro grandi scalinate. Tra il primo e secondo recinto, sul lato Est e in direzione nord-sud, si innalzano cinque grandi torri mentre di una sesta sono rimaste solo delle tracce. 



una delle quattro scalinate della piramide

Terminata la visita facciamo ritorno in hotel a Siem Reap. Trascorreremo il resto della giornata nel centro storico della città.
il fiume Tonle Sap a Siem Reap














4 novembre - Roluos


Raggiungiamo il complesso di monumentale di Roluos a circa 13 km da Siem Reap. Qui vi sono i alcuni edifici sacri tra cui il tempio di Bakong, Preah Ko e Lolei.
Ci fermiamo subito a Bakong. Il sito di questo complesso è enorme infatti racchiude un'area di 900x700 metri, originariamente delimitata da un grande fossato ora interrato. Oltre si trova un'ampia striscia verde (al tempo della costruzione del tempio era presumibilmente occupata da abitazioni) e quindi un secondo fossato che circoscrive un'area di 400x300 metri. Attraversiamo il fossato  percorrendo un terrapieno lungo l'asse Est-Ovest fino a raggiungere un recinto di 160x120 metri, realizzato con un muro in laterite, all'interno del quale  sorge il tempio. Valichiamo quella che doveva essere la gopura/porta Est (ora si vedono solo dei resti) e davanti a noi ecco maestosa la piramide circondata da vari piccoli edifici e torri.
la parte centrale del sito di Bakong

E' uno templi più antichi di Agkor, eretto nell'881 e dedicato a Shiva. E' di forma piramidale tronca con quattro terrazzamenti e ampie scale di accesso sui quattro lati cardinali, di concezione sorprendentemente simile ad alcuni templi aztechi come el castiglio e il tempio dei guerrieri a Chichén Itza. E' considerato il tempio modello poi utilizzato in seguito ad Angkor Wat. In sommità, sull'ultimo terrazzo spicca maestosa la torre centrale.

pianta e sezione del tempio-piramide di Bakong  - da "Angkor" di M. Gaslier 

il fossato che delimita il sito


una pagoda di recente costruzione nei pressi del tempio





















il tempio dalla strada di accesso Est






la lunga scalinata (lato Est) che porta alla torre centrale


uno dei terrazzamenti

un leone guardiano


una vista dall'alto dell'ultimo terrazzamento - sulla sinistra la pagoda





















Ed ecco il tempio di Preah Ko, costruito in mattoni e laterite nell'880 per celebrare gli antenati. Il complesso misura 58x56 metri ed è cinto da due recinzioni in mattoni con due gopure sull'asse  Est-Ovest. Anche qui troviamo un gruppo di torri (5) poste su una piattaforma lastricata ed i resti di alcuni  edifici.
pianta di Preah Ko



Intorno al tempio, come spesso accade, vi sono numerose attività di piccolo commercio a servizio dei turisti, vi sostiamo qualche minuto prima di riprender il bus che ci porterà a Siem Reap.



i sempre presenti Tuk-Tuk che abbiamo avuto modo di utilizzare

trasporti "eccezionali"

la vivace Siem Reap
Arriviamo a Siem Reap e ci rechiamo subito in hotel, un breve riposo e via verso l'aeroporto. Lungo la strada ci fermiamo un'ultima volta ad Angkor Wat. Troviamo il luogo molto affollato sia per la presenza di turisti che per i numerosi maratoneti che da poco hanno concluso la loro fatica.
gli ultimi arrivi della mezza maratona di Angkor

Angkor Wat al tramonto
























Facciamo scalo a Bangok, qui alcuni di noi ci lasciano per altre destinazioni mentre il resto del gruppo prosegue per Milano. E' proprio finito il nostro tour  e la compagnia di Giovanna, Rita e Vittoria, di Alessandro e Carlo, di  Mirella e Stefano, di Raffaella e Giuseppe, di Irene e Enrico hanno reso il viaggio ancora più piacevole. Un abbraccio a tutti i nostri compagni di viaggio da Clara e Enzo.

Cronologia degli avvenimenti storici



CAMBOGIA


VIETNAM





1863
La Cambogia diventa protettorato francese.

1861
18871890
 I francesi si impadroniscono di Saigon
 La Francia crea l’unione Indocinese
Nasce Ho Chi Minh

1951
Nasce il primo partito comunista cambogiano.

1930
Ho Chi Minh e compagni formano a Hong Kong il partito comunista indocinese
1953
La Cambogia ottiene l’indipendenza dalla Francia.

1941
Ho Chi Minh ritorna in Vietnam e crea il Vietminh (lega per l’indipendenza del Vietnam) per combattere sia il Giappone che la Francia e appoggiati dalla Cina.
1960
Viene fondato il partito dei lavoratori Kkhmer e Saloth Sar (Pol Pot) che ne sarà il segretario.
Sihanouk diventa capo delle stato. Vi resterà fino al 1970 quando fu rovesciato dal golpe filoamericano di Lon Lon.

1945

Il 9 marzo l’amministrazione francese è soppiantata dai giapponesi in tutta l’Indocina.
Il 18 agosto i giapponesi cedono il potere al Vietminh
Il 29 agosto Ho Chi Minh proclama un governo provvisorio e il 2 settembre dichiara l’indipendenza del Vietnam.



1946
La Cina si ritira dal Vietnam del Nord.
La Francia riconosce il Vietnam come uno stato libero all’interno dell’Unione francese



1950
Ho Chi Minh dichiara la repubblica democratica del Vietnam che viene riconosciuta dalla Russia e dalla Cina



1954
Viene raggiunto un accordo per la cessazione delle ostilità in Vietnam Cambogia e Laos. Il Vietnam viene diviso in due lungo il diciassettesimo parallelo. Il Vietnam del nord con capitale Hanoi (Ho Chi Minh) e Il Vietnam del sud con capitale Saigon (Ngo Din Dhiem).
Si sottoscrive l’impegno alla riunificazione del paese dopo libere elezioni.
I francesi abbandonano Hanoi



1955
Il governo di Saigon si rifiuta di indire le elezioni. Gli Stati Uniti appoggiano il governo di Diem e iniziano gli aiuti a Saigon.



1960
Il 20 dicembre alcuni leader di Hanoi formano il fronte Nazionale di Liberazione del Vietnam del Sud (Vietcong).



1963
aumenta sensibilmente il numero di consiglieri americani ne sud vietnam.
Iniziano i primi scontri.
Colpo di stato contro Diem che viene assassinato.
Viene assassinato Kennedy e gli succede Jhonson.
1965
Arrivano in Sud Vietnam le prime truppe americane.
Sihanouk rompe le relazioni con gli Usa e si avvicina al Vietnam del nord comunista

1965
Arrivano in Sud Vietnam le prime truppe americane.
Johnson autorizza le incursioni aeree contro il Vietnam del nord



1969
Morte di Ho Chi Minh
1970
Il generale Lon Nol, con l’appoggio degli Usa assume il potere in Cambogia.
I comunisti vietnamiti invadono la Cambogia.
Gli americani bombardono i territori controllati dai nordvietnamiti.  

1970
I comunisti vietnamiti invadono la Cambogia.
Gli americani bombardono i territori controllati dai nordvietnamiti.
1973
Fine dei bombardamenti americani in Cambogia

1973
Il 27 gennaio vengono firmati gli accordi per il cessate il fuoco.
Il 29 marzo le ultime truppe americane lasciano il Vietnam.
Il governo di Saigon respinge l’accordo
1975
 Il 17 aprile i khmer rossi conquistano Phnom Penh.
Sihanouk viene proclamato capo di stato.
Il potere è assunto dall’organizzazione rivoluzionaria Angkar e  iniziano le epurazioni e i massacri.


1975
Il 30 aprile le truppe nordvietnamite e i vietcong entrano a Saigon e “liberano” il Sud Vietnam. 
Il Vietnam è riunificato.




1976
Viene proclamata la Repubblica Socialista del Vietnam
1976
Sihanouk lascia la carica di capo di Stato del Kampuchea democratico e Pol Pot diventa premier.

1978
Si deteriorano i rapporti tra Vietnam e Cina.
Vietnam e Russia siglano un patto di collaborazione.
Inizia la repressione della minoranza cinese
1979
I vietnamiti invadono la Cambogia e conquistano Phnom Penh.
Pol Pot si ritira nella Cambogia occidentale al confine con la Thailandia.
Un tribunale condanna a morte Pol Pot per i crimini commessi (si calcola che fu sterminata circa un quarto della popolazione)


1979
 La Cina ingaggia una guerra di confine con il Vietnam.
I vietnamiti invadono la Cambogia e conquistano Phnom Penh.

1989
I vietnamiti si ritirano dalla Cambogia.

1989
I vietnamiti si ritirano dalla Cambogia.
1993
Elezioni sotto il controllo dei Caschi blu. Sihanouk proclamato re, primo ministro Ranariddh.

1994
Il presidente Clinton sospende l’embargo commerciale contro il Vietnam
1997
Colpo di stato di Hun Sen.

1995
Gli Usa ristabiliscono le relazioni diplomatiche con il Vietnam
1998
Muore Pol Pot. Si dissolvono gli ultimi kmer rossi. Hun Sen vince le elezioni e diventa primo ministro.

2006
Il Vietnam entra nel Wto, l’organizzazione mondiale del commercio
2004
Sihanouk si dimette e gli succede il figlio Sihamoni.

2012
Il Vietnam è in pieno boom economico. Il Pil cresce del 5,1%
2015

La crescita del Pil della Cambogia risulta del 7,3%.
Reddito pro capite 2013: 1006,84 $ Usa

2015
La crescita del Pil del Vietnam raggiunge il 6,68 %.
Reddito pro capite 2013 : 1910,51 $ Usa





il Vietnam durante la guerra civile - cartina tratta dall'enciclopedia "Treccani"